Il boato della folla assiepata sulle tribune, ma anche sugli steccati dalla parte delle scuderie, di un ippodromo pieno in ogni ordine di posto, al momento del sorpasso di Timone Ek su Un Mec D’Heripre, sarà probabilmente il ricordo maggiore, quello indelebile, della 68.a edizione del Gran Premio Lotteria di Agnano.
Un’esplosione di tifo, di gioia, quasi di delirio collettivo udibile al giorno d’oggi solo negli stadi di calcio, quando si disputano le vere partite di cartello. Eppure quest’ippica così malmessa, così bistrattata, così sfiduciata in se stessa, riesce di tanto in tanto a regalare questi spaccati di autentico spettacolo che in fondo, se da un lato fanno essere orgogliosi di poter dire “io c’ero”, dall’altro, il giorno dopo, lasciano tanta amarezza per quello che potrebbe essere e non è.
Ma tornando all’evento in se è giusto e doveroso, oltre che bello, celebrare la vittoria di Timone Ek portato in trionfo dai circa 200 supporters capeggiati dal proprietario Luigi Lettieri con tanto di magliette dedicate. Un intero paese in festa, Boscotrecase, per la vittoria del figlio di Mr Vic che, bisogna dirlo, alla resa dei conti è stata più che meritata.
Già in batteria si era intuito come potesse essere una grande giornata per Timone… quel pizzico di fortuna derivante dall’errore dietro la macchina dell’avversario più quotato, Volstead, che gli ha tolto quello che in fondo poteva rappresentare il pericolo più insidioso non solo verso la rincorsa alla finale, ma soprattutto verso il conseguimento del miglior tempo.
E’ stata infatti proprio questa la prima genialità del pomeriggio di Enrico Bellei. Non si è infatti limitato a inseguire la vittoria, ma ha fortemente cercato di realizzare il miglior riferimento cronometrico: “Sapevo che poter scegliere il numero della finale per primo poteva essere fondamentale e quindi ci abbiamo provato anche perché il cavallo era assolutamente perfetto…”
Già, la metamorfosi di Timone… Con grossi problemi di andatura e un po’ anche di respirazione appena un mese prima nel Società Campo di Mirafiori; sicuramente meglio nel Costa Azzurra il giorno di Pasqua, quello del primo maggio è stato un Timone Ek stratosferico, al limite della perfezione. E’ nota l’abilità di Fabrice Souloy (anche da squalificato è lui che tira le fila, non prendiamoci in giro…) e dei suoi collaboratori nel giungere con i cavalli al top della condizione nel giorno che conta e se l’obiettivo, come dichiarato, era da tempo il Lotteria c’è da dire che il mirino ha funzionato veramente bene.
LE SCELTE DEI DRIVERS
E’ una frase che spesso ricorre nelle cronache e nei discorsi ippici… ci sono scelte più o meno paganti come in altri sport. Di certo ieri il Bellei le ha indovinate tutte.
Dopo la partenza della batteria nella quale ha approfittato al meglio dell’errore di Volstead (per una volta Kihlstrom rivedibile anche nella Consolazione), un’altra bella mossa è stata quella di non cercare di andare appresso a tutti i costi a Un Mec d’Heripré nella finale quando Verbeeck di fronte ha iniziato a scappare con un paletto in 13.9. “Sullo scatto mi ha preso qualcosa, Timone probabilmente è ancora fresco a questi livelli e ha un minimo di inesperienza. Sono sincero… curavo anche la situazione per il secondo posto che non è che fossero pochi soldi.” Tradotto a quel punto non se l’è sentita di togliere lo spunto al suo cavallo e il resto è venuto dopo visto che prima dell’ultimo paletto ci sono stati 600 in 41” secchi, ma è anche vero che gli ultimi 200 in 15.3 per Un Mec sono stati più difficili, ma sufficienti comunque a garantire l’en plein a Souloy… pardon a Philippe Billard.
C’è anche il retroscena della briglia a chiudere da raccontare… “A Torino avevo visto che al cavallo era mancato qualcosina nel finale, quel guizzo in più – racconta Bellei – e quindi ho chiesto di mettere una briglia con i paraocchi a chiudere. In batteria non l’ho usata un po’ perché non ce n’è stato bisogno, un po’ forse anche perche non essendovi abituato con questo cavallo non ci ho pensato, ma in finale quando l’ho chiuso è scattato ulteriormente.”
E qui entrano in campo le scelte di Verbeeck: due partenze assolutamente identiche tra loro, lanciate per mantenere comunque la testa della corsa; nella prima, in batteria, si è però limitato al controllo e l’ha messa sul piano tattico. In finale però aveva solo un obiettivo, scavalcare Timoko che gli partiva di ed è andato via con la macchina scavalcando in un amen i due all’interno. A quel punto, vuoi per aver sottovalutato l’avversario in schiena, vuoi per quella ruggine tra Souloy e Goop che non è certo cosa di oggi e che si è avvertita anche con qualche ingiusto (e di troppo) fischio dalla tribuna all’indirizzo di Timoko, ma soprattutto del suo interprete, di fatto il diavolo Belga ha soprattutto pensato a far pesare all’avversario il percorso all’esterno, sapendo forse che quella era l’unica maniera per scrollarsi di dosso il favorito (1.35 al betting in finale).
Così facendo però ha finito col pagare dazio all’avversario in schiena, quello rivelatosi letale suscitando anche qualche critica, ma alla fine c’è anche da dire che ha perso da un cavallo che ha fatto il record della corsa 1.10.5 e lui stesso con un decimo in più ha migliorato il tempo che era stato stabilito lo scorso anno da Oasis Bi.
LA MALEDIZIONE DI TIMOKO
Si è così concretizzata la maledizione di Timoko… uno dei più grandi protagonisti di sempre del trotto europeo che non è però riuscito mai a vincere una corsa in Italia: quello di Napoli era il terzo tentativo dopo i due nel Nazioni e stavolta, se vogliamo, è andata in chiaroscuro… tanto bene in batteria, quanto dura e complicata in finale.
Certo una volta rimasto di fuori le cose si sono notevolmente complicate. Forse Bjorn Goop non pensava di trovare Un Mec d’Heriprè così aggressivo allo stacco, forse il cavallo non era ancora al 100%, anche se le dichiarazioni precorsa di Richard Westerink erano di tenore ben diverso.
Difficile dire se ci sarà un’altra occasione. Da noi Timoko potrà correre, volendo, anche il prossimo anno, si vedrà.
Si prolunga così l’astinenza francese nel Lotteria visto che l’ultima vittoria risale a 37 anni or sono (Hillion Brillouard- Philippe Allaire). Ora il figlio di Imoko farà probabilmente rotta sul Solvalla per l’Elitlopp dove difficilmente approderà invece Timone Ek visto che i cavalli che gravitano nell’orbita di Fabrice Souloy non sono certamente graditi nel Nord-Europa dopo il caso cobalto sul quale, tra l’altro è atteso nei prossimi giorni il verdetto norvegese. Tra l’altro potrebbe anche possibile un ostracismo al contrario, ovvero non è affatto detto che anche qualora dovesse arrivare l’invito per Stoccolma il team lo accoglierebbe a braccia aperte.
UN TESORO DA… RIVALUTARE
Terzo, sia in batteria che in finale Tesoro degli dei ha ottenuto forse il risultato migliore tra gli… italiani di casa nostra.
Due piazzamenti venuti da lontano di spunto “Va forte, forte, forte…” aveva detto Bellei in batteria. Poi in finale aveva ceduto le guide a Gabriele Gelormini che nel corso del week-end ha dato più di qualche soddisfazione a Erik Bondo.
E’ partito da molto lontano in entrambe le circostanze, ma ha dimostrato di essere in grande condizione e non ci sorprenderemmo di ritrovarlo protagonista di qui a qualche settimana.
Non può neanche essere sottovalutata e criticata la doppia prestazione di Ringostarr Treb, anzi: in batteria in fondo più che andare dietro a Un Mec d’Heripré e poi provarci nel finale non si poteva: in finale dietro a Timoko, ha provato a scoprirsi in retta di arrivo, ma non è riuscito ad andare oltre un comunque onorevolissimo quarto posto con un 1.10.8 comunque notevole. Peccato che dopo la corsa abbia accusato una leggera zoppia che speriamo non lo rallenti troppo in vista delle trasferte nel Nord Europa già programmate da tempo.
Gli altri? Bene in batteria Testimonial Ok, discreto Rue du Bac, non fortunatissimo Rue Varenne Dany in errore sull’ultima curva mentre sembrava poter comunque fare l’arrivo. Velocissima in avvio Tamure Roc.
Insomma: gli sforzi organizzativi hanno pagato; la cifra tecnica di questo Lotteria è stata davvero molto alta; sarà difficile far meglio tra un anno, ma la sfida è già lanciata.
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