24 October
2020
71° GP Lotteria 2020
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Il più grande spettacolo dopo… Varenne

Dunque ci siamo: il più bel Lotteria del terzo millennio, titolo che si contende con l’edizione 2002, quella del match Varenne-Victory Tilly per intendersi, sta per prendere il via. Quando le luci dell’autostart si accenderanno per la finale saremo giunti al culmine di un pomeriggio, comunque vada, memorabile per questo sport. Tre batterie, 24 cavalli, i primi tre di ciascun heat a contendersi la ricca dotazione in palio. La formula rimane inalterata, affascinante e avvincente anche perché lascia spazio a quelle che potrebbero essere le sorprese di giornata.

Erano sei i grandissimi protagonisti annunciati, sono rimasti in cinque dopo il ritiro del norvegese d’Italia Cokstile, ma ce ne sono almeno altrettanti li, pronti a fare lo scherzetto, a sfruttare ogni minima defaillance, ogni passo falso ancorché parziale che i “big” dovessero fare. E’ la legge dello sport, la legge della pista che nell’ippica altro non è che la legge del “palo di arrivo”.

Riflettori puntati sull’asso francese Face Time Bourbon, vincitore dell’ultimo Prix d’Amerique. Campione assoluto, 24 vittorie e tre secondi posti su 28 corse in carriera; vincitore di 11 gruppi 1, alla seconda trasferta in Italia dopo quella del maggio 2019 nel Giovanardi a Modena quando fu battuto da un grande Zacon Gio e da un grandissimo Roberto Vecchione. Da allora il figlio di Ready Cash è cresciuto a dismisura e oggi è sicuramente un cavallo in grado di entrare nella leggenda. La storia dei campionissimi però passa inevitabilmente da Napoli ed è probabilmente proprio per coltivare questa ambizione che il suo proprietario di maggioranza, il napoletanissimo Antonio Somma, ha voluto che salisse a tutti i costi sull’aereo direzione Capodichino. L’appassionato ippico, si sa, è abituato a cercare il pelo nell’uovo, a trovare quella che può essere la minima controindicazione e in questo caso ci si appella alla distanza del miglio, assolutamente inedita per il campione di Sebastian Guarato; al dover affrontare il doppio impegno batteria e finale, anche questa esperienza mai fatta prima, e a quel numero 8 in batteria fastidioso, si, ma che probabilmente costituisce il minore dei problemi.

Il trotto italiano, mai come quest’anno ha risposto presente alla chiamata proveniente da Agnano e schiera le sue truppe quasi al completo. C’è il vincitore dell’International Trot, Zacon Gio, che, dopo la lunga serie di vittorie dello scorso anno culminata proprio con l’autoritaria trasferta americana, ha vissuto un 2020 finora tra alti e bassi un po’ come tutti, umani e non, ma che sembra giungere a questo appuntamento nel pieno della condizione anche se poi anche in questo caso il giudice unico sarà la pista. Al 100% Zacon sarà un avversario tostissimo da affrontare.
C’è Vivid Wise As, colui che lo ha battuto sonoramente a Roma in giugno, ma soprattutto quel cavallo che proprio sulla distanza del miglio ha stabilito a Cagnes Sur Mer la miglior prestazione di sempre in terra di Francia. Forse il più velocista di tutti, ma attenzione perché le corse al trotto non si vincono con la velocità pura. Anche lui veste il giallo e il verde della scuderia Bivans, ma è un rapporto di scuderia solo sulla carta. Non ci saranno vantaggi per nessuno.
C’è Vernissage Grif, l’ultimo grido di un allevamento quello italiano, capace sia pure in una situazione disastrata come quella della nostra ippica di produrre con costanza e continuità cavalli in grado di dominare l’Europa in lungo e in largo. Il figlio di Varenne (poteva mancare il riferimento al Capitano?) è solo l’ultimo capolavoro, in ordine di tempo, di Alessandro Gocciadoro. Chi vince troppo e troppo a lungo finisce con il dover sacrificare qualcosa in termini di simpatia e consenso, ma è innegabile come il trainer emiliano da almeno tre anni sia l’assoluto leader della categoria e le sue realizzazioni sono davvero eccezionali. Vernissage, dicevamo, è solo l’ultima in ordine di tempo. Che avesse mezzi tecnici importanti non era mai stato messo in discussione, ma le ultime prestazioni a Montecatini e soprattutto in quella seconda batteria del Campionato Europeo di Cesena hanno superato ogni immaginazione.
C’è Vitruvio, spesso sottovalutato, talvolta con risultati inferiori alle attese, ma un altro fuoriclasse del trotto. Nel Nord Europa ha vinto corse impensabili, partendo magari dall’ultima posizione all’inizio della curva finale e mettendo in campo un parziale difficilmente riscontrabile in altri. Forse dei cinque è quello più ancorato allo svolgimento tattico. Nell’edizione del 2019 sembrava padrone della corsa quando venne fermato da una ruota galeotta che si ruppe sul più bello. Oggi ha il vantaggio di poter agire senza i riflettori addosso e non è cosa da poco.

Fin qui i magnifici cinque, ma la grandezza di questa edizione è data anche dalla presenza di altri soggetti che oggi sembrerebbero dei comprimari (e non lo sono) ma che in annate precedenti, sicuramente meno fortunate, sarebbero stati tra i favoriti. Prendete Violetto Jet, mandato in Francia quasi per disperazione dai fratelli D’Alessandro, alla corte di Philippe Billard (e Fabrice Souloy, uno che di Lotteria se ne intende) ha ottenuto più di qualche successo significativo (ha vinto cinque prove di gruppo 3) e tornado sulla pista di casa potrebbe riscoprirsi protagonista. O magari l’altro francese Frisbee D’Am. Qualcuno ha definito la trasferta voluta dal suo allenatore Richard Westerink (l’uomo di un certo Timoko) una sorta di velleità romantica dimenticando che si tratta pur sempre di uno dei tre/quattro migliori cinque anni di Francia battuto ultimamente solo da Face Time Bourbon a media di 1.09.7 sui 2200 metri, e scusate se è poco.
Su quell’aereo proveniente dalla Normandia salirà anche una certa Billie de Montfort, velocista sopraffina con oltre due milioni di euro di somme vinte. Forse non all’apice della forma, ma essendo una grande scattista potrebbe divenire un fattore in una batteria dove ha purtroppo pescato un numero non facile. Certo se fosse stata all’uno o al due ci sarebbe stato da fare parecchi conti anche con lei…
E poi i due scandinavi di proprietà italiana, Chief Orlando e Stepping Spaceboy. Il ritiro di Cokstile ha eliminato il capitano della scuderia Santese trasformando quelli che in origine dovevano forse essere due gregari di lusso in punte con licenza di far gol. E soprattutto il primo, che sa partire come pochi in Europa potrebbe essere ancora un buon candidato alla finale. L’altro dovrà dimostrare di essersi ripreso dopo una parentesi non proprio felice, ma sottovalutarlo troppo potrebbe essere un errore.
Abbiamo lasciato per ultimo nella seconda fascia un cavallo che probabilmente vincerà l’oscar della simpatia e del tifo locale: Antony Leone, l’unico 4 anni in pista e già questo costituisce un dato estremamente importante perché non è facile vedere cavalli ancora relativamente giovani affrontare questo tipo di competizione, ma la vittoria nella prova di preparazione di un paio di settimane addietro è stata talmente brillante da scatenare entusiasmo e sogni forse inattesi e, si sa, entusiasmo e sogni sono due materie prime indispensabili per questo sport. Attenzione perché non si tratta di una partecipazione “decoubertiniana”. Inserito in una batteria piuttosto combattuta, il figlio di Libeccio Grif, vincitore a sua volta a sorpresa dell’edizione 2011 del Lotteria, potrebbe anche mettere a frutto il proprio parziale ed approdare a una finale che avrebbe il sapore di un’impresa storica.

Ne abbiamo nominati undici su 24 e questo già di per se basterebbe a dare la dimensione di un’edizione, come dicevamo, spettacolare, ma solo la sfortuna di un sorteggio non proprio favorevole tiene fuori dal lotto dei protagonisti accreditabili alla vigilia cavalli del calibro del derbywinner Zlatan, di Zefiro D’Ete o di Vanesia Ek tutti soggetti che hanno vinto gran premi a profusione e che con un pizzico di fortuna potrebbero ancora sorprendere. Poi ci sono ovviamente quelli che sperano e sono gli altri e che contribuiscono con la loro presenza a dare quel tocco minimo di incertezza di “alea” che deve essere presente in ogni corsa.

C’è poi il Lotteria dei drivers. Italiani, francesi, svedesi ne arrivano da diversi angoli dell’Europa. Tra i 18 presenti in pista solo uno, il napoletano Gaetano Di Nardo ha già vinto questa corsa (Italiano 2010) per gli altri sarebbe comunque un’esperienza assolutamente nuova anche perché, per il gioco delle guide sulle scelte degli allenatori, inopinatamente sono fuori dalla mischia i vincitori tutti i vincitori delle ultime 9 edizioni.

Comunque bando alle chiacchere: il covid ci ha negato tante cose quest’anno e tra queste la gioia di vedere 25mila persone festanti sulle tribune di Agnano, saranno solo un migliaio i fortunati che potranno varcare i cancelli dell’ippodromo, ma non ci negherà la possibilità di vedere attraverso la Tv o gli altri media, il “più grande spettacolo del trotto del dopo-Varenne!”


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